giovedì 5 luglio 2018

Il deserto è la strada della salvezza


Il tema del deserto è vasto quanto la storia sacra. È una realtà che si lascia conoscere solo sperimentalmente. Chi poi la vive, sa di non avere parole per dirne il sapore e la misura.

di Anna Maria Canopi OSB

Ma perché il cammino della salvezza passa proprio attraverso il deserto?
«Il deserto è monoteista» – diceva un profondo conoscitore della Bibbia (J. Daniélou). Il deserto è lo spazio della libertà per Dio. «È il noviziato che il Signore ha scelto per formavi i suoi profeti e apostoli» (card. Leger). È ciò che san Bendetto nella sua Regola definisce la scuola, il discepolato del servizio divino, la santa milizia di Cristo.
È dunque lì, nel deserto, dove l’uomo si trova disancorato da tutti gli appoggi umani, dove l’occhio non ha altro da vedere che lo spazio immenso e vuoto in ogni direzione, dove ogni suono è spento, dove il tempo sembra non avere più ritmi di durata, dove ogni attesa sembra divenire assurda, dove l’unico sguardo che si può incontrare è la pupilla dilatata del cielo, è lì che il Signore conduce colui che gli è caro e gli si rivela come l’Unico: «Ascolta, Israele… Io sono il Signore tuo Dio… Non avere altri dèi di Fronte a me» (Dt 5,6).
Il deserto è dunque il luogo dove la fede è messa alla prova e dove l’autonomia significa impotenza e morte.

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